Tutti coloro che ricevono emolumenti sono tenuti a farli transitare su un conto corrente, il che può creare dei problemi sulla individuazione delle somme che provengono dagli stessi o da altre tipologie di entrate nel caso i creditori procedano alla richiesta del sequestro e del pignoramento delle somme vantate.
Ma quando si tratta di conti deposito non ci possono essere dubbi dato che nascono come prodotti di gestione del risparmio. Un aspetto, questo, che interessa però tutte le tipologie di investimento o di gestione del risparmio, fatta eccezione delle polizze.
Conti deposito cointestati: un sequestro e pignoramento per quote
I conti deposito possono essere cointestati (normalmente con due intestatari, ed eccezionalmente fino a 4 intestatari). In generale vale il principio di divisione delle “quote del conto deposito” nel senso che il creditore può aggredire solo la quota di cui è titolare (anche se presunto in funzione, appunto, dei crediti vantati) del conto stesso. Se non ci sono indicazioni specifiche si ritiene che la divisione sia per parti uguali, quindi in caso di due intestatari il debitore risponderà per il 50% delle somme, mentre nel caso di 4 intestatari per il 25%, ecc. Rimane poi la questione dei coniugi, che dipende dal tipo di regime adottato (comunione dei beni legale o per quote, oppure separazione dei beni).
Differenze in funzione dei regimi: dalla comunione alla separazione
A meno che non venga appositamente richiesto, al momento del matrimonio, i coniugi sono in comunione dei beni legale, per cui rispondono in modo solidale a tutti i debiti. Ciò porta ad annullare la limitazione della quota spettante al coniuge cointestato sugli investimenti. Il discorso cambia se invece si dovesse richiedere la separazione dei beni, ma questa può avvenire anche in un secondo momento. Quindi se richiesta al momento del matrimonio, per tutti i propri debiti ciascun coniuge risponde per intero, ma l’altro non è coinvolto, a meno che non siano stati contratti insieme: in questo caso la quota del conto deposito del coniuge viene risparmiata. Se invece la separazione dei beni viene chiesta in un secondo momento la situazione si complica perché i debiti contratti prima (e dipende se da questi deriva il diritto alla richiesta di sequestro e pignoramento) coinvolgono i coniugi sempre in modo solidale. Esiste anche la possibilità di richiedere la comunione per quote, ma si tratta di una modalità poco usata e che non comporta particolari benefici: ciascun soggetto infatti risponde in funzione della propria quota.
Conti Deposito e pignoramento: cosa fare?
Se si è in una situazione nella quale si rischia un pignoramento o sequestro dei propri risparmi, il conto deposito non rappresenta una soluzione che può salvaguardarli. Per ridurre l’impatto del problema è possibile provare ad accordarsi preventivamente con il creditore optando per il pignoramento di un quinto dello stipendio, prima che proceda alla richiesta del pignoramento sui conti, o chiedere al tribunale la possibilità di procedere al pagamento dei debiti secondo un piano di rimborso che il giudice giudichi soddisfacente