Dopo l’approvazione del cosiddetto federalismo comunale, il tema delle addizionali comunali è diventato motivo di dibattito non solo al livello politico e giornalistico, ma anche al livello di pubblica opinione; è bene che fin da adesso i cittadini abbiano la consapevolezza, che il nostro Paese sta passando da un imposizione fiscale centralizzata al cosiddetto federalismo fiscale.
Il rischio potrebbe essere quello di un vero e proprio stravolgimento delle gestione delle entrate locali come le conosciamo adesso, con il rischio concreto che gli enti locali, per fare quadrare i bilanci, si vedrebbero costretti ad inasprire le cosiddette addizionali che andrebbero a pesare ulteriormente sulle tasche dei contribuenti.
Nello specifico , cambierà il modo di determinare le aliquote Irpef anche se i meccanismi prelievo non potranno fare crescere la pressione fiscale complessiva.
Come funziona attualmente l’addizionale comunale all’Irpef? A partire dal 1 gennaio 1999 i comuni stabiliscono l’aliquota dell’addizionale a cui sono obbligati tutti i contribuenti (residenti e non) per i quali, nell’anno di riferimento risulta dovuta l’ Irpef
Questo significa che ogni cittadino che paga l’Irpef, paga anche questa tassa comunale, con una differenza però, mentre l’Ipef è un imposta progressiva per scaglioni che si applica al reddito complessivo netto, l’addizionale non tiene conto della progressività, è stabilita in misura fissa e si applica al reddito complessivo.
A quanto ammonta l’addizionale comunale? Ogni amministrazione comunale stabilisce la sua, ma non può comunque superare lo 0,5 % dell’imponibile fiscale e non può avere incrementi superiori allo 0,2 % annuo.
Esperienze personali: Come spesso accade in Italia,le norme che riguardano la materia fiscale sono sempre segnate da incomprensione e conflittualità tra cittadini e fisco, il primo dovere del contribuente è pagare la tasse, ma non è neanche l’ultimo, sembra incredibile doverlo affermare, ma il contribuente ha diritto di sapere cosa il fisco vuole da lui.
L’istituzione delle addizionali comunali prevedeva che venisse stabilita l’equivalente riduzione dell’aliquota Irpef. Questa parte della norma non è mai stata applicata.
La norma prevede che a fine anno il datore di lavoro in sede di conguaglio determini l’addizionale comunale dovuta dal lavoratore, nella busta paga del mese successivo verrà indicato l’importo dovuto che potrà essere diviso al massimo in undici rate.
Nel mese di gennaio 2007 quando ho ritirato la busta paga l’importo del netto era di qualche centinaio di euro, in un primo momento ho pensato che si fosse trattato di un errore, poi ho constatato che anche gli altri colleghi di lavoro si trovavano nella stessa situazione.
Cosa era successo? Il datore di lavoro invece di rateizzare l’importo delle addizionali Irpef ( non solo quella comunale, ma anche quella regionale), lo aveva trattenuto in un’unica soluzione.
Il consiglio è pertanto di controllare sempre la busta paga e di sollecitare il sostituto d’imposta ad effettuare le dovute trattenute per evitare di trovarsi con una busta paga leggera in sede di conguaglio.