Al fine di creare un parametro di misurazione del livello di educazione finanziaria, il Consorzio PattiChiari ha elaborato un apposito indicatore sintetico, denominato ICF PattiChiari (Indice della Cultura Finanziaria).
L’ICF Patti Chiari si sviluppa su una scala 0 -10, dove 0 significa totale assenza di qualsiasi informazione correlata al mondo finanziario, mentre 10 indica una conoscenza ottimale di nozioni, termini e concetti finanziari di base.
Con tale strumento è stata effettuata una rilevazione a livello nazionale su un campione di 4.200 individui maggiorenni, stratificati per sesso, età, area geografica di residenza, livello di istruzione e professione.
L’esito del test ha raggiunto un valore medio di 4,3 , contro il 5,1della Germania e il 4,6 del Regno Unito.
Secondo l’indagine la fascia compresa fra 18 e 34 anni presenta, in media, i soggetti col più basso livello di cultura finanziaria in Italia. Il valore più elevato (4,6) è invece detenuto a pari merito dagli individui in età compresa tra i 35 e i 54 anni e dagli over 54.
Non sono rare le persone incapaci di calcolare semplici percentuali, capire realmente i rendimenti del proprio investimento, distinguere i valori monetari da quelli reali o definire nozioni elementari come il rating.
Il dato è migliore rispetto a qualche anno fa (era 3,7 nel 2007), ma molto si può ancora fare.
Non è necessario formare investitori esperti, ma in tempi in cui si susseguono casi tipo Parmalat è certamente auspicabile avere consumatori finanziari più accorti, in grado di saper scegliere tra i molteplici prodotti e servizi finanziari a loro disposizione.