Il ruolo del curatore editoriale è fondamentale nel settore dell’editoria; troviamo una figura dalle mansioni simili anche all’interno delle redazioni giornalistiche. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere i migliori curatori editoriali professionisti in base a criteri di qualità, prezzo, offerte e corretta informazione per il consumatore.
Un curatore editoriale, nel fare il suo mestiere, segue generalmente le cosiddette “4C”, che in gergo sono assimilabili alle famose “5W” del giornalista. Le 4C costituiscono i quattro pilastri fondamentali necessari per svolgere questa professione, e più precisamente sono: la coerenza, la chiarezza, la chiusura e la correttezza.
Coerenza
Essere coerenti consiste concretamente nell’utilizzare un linguaggio consono al destinatario e allo scopo dello scritto, tenendo conto del mezzo che lo veicola (pagina web, libro, guida, fascicolo, ecc).
Chiarezza
Essere chiari significa esporre i concetti nel modo più comprensibile e facile possibile; Il testo deve essere composto da un inizio che ne illustri la tesi, da uno svolgimento e infine da una sintesi che riesca a ricordarci l’inizio e a riprenderne i contenuti, giustificandoli.
Chiusura
Si ha la chiusura quando sono presenti occhiello, titolo, testatine, sommario, titoletti e quando si ha una formattazione testuale adatta all’opera. Per ragioni di tipo economico stanno sparendo da tutte le maggiori case editrici i cosiddetti “draghi”, cioè tutti quei correttori di bozze espertissimi e quasi leggendari che prima svolgevano anche il ruolo di curatori, in un certo senso; ora è proprio il curatore a occuparsi di ricontrollare refusi, correttezza sintattica, ortografica e grammaticale, siglando anche le Note di Redazione (NdR). A volte le revisioni sono commissionate dalle case editrici ad agenzie o figure professionali esterne, sia associate che indipendenti.
Correttezza
Tra il curatore e l’autore intercorre ovviamente una relazione di tipo dialettico, o meglio: conflittuale. E’ infatti il curatore a dover essere insistente con l’autore affinchè proceda con le modifiche ritenute opportune. In ambito anglosassone gli editor risultano molto più invadenti che in Italia; anche qui pero’, soprattutto nelle case editrici maggiori, il curatore ha il diritto di intervento sui manoscritti originali, soprattutto nel caso di autori esordienti e poco esperti, e può arrivare addirittura a modificarne radicalmente la struttura. Se vuole che la pubblicazione della sua opera resti garantita l’autore deve quindi sforzarsi di scendere a compromessi con il curatore editoriale, che se vuole può impedire che il tutto vada a buon fine. Le case editrici comunque non vogliono soffocare l’originalità degli autori per ricondurli al proprio volere, ma anzi cercano attraverso i curatori di fornire loro degli stimoli che li spingano a lavorare al meglio delle proprie capacità; in questo modo l’opera finale giungerà al lettore completa, ricca, credibile e piacevole.
Nell’ambito dell’industria libraria, direttore editoriale e curatore sono due figure completamente distinte. Il curatore lavora in un senso duplice, a seconda che il suo ruolo all’interno dell’impresa sia più o meno rilevante. Può essere un cacciatore di autori, ovvero un cosiddetto “talent scout”; in questo caso il suo lavoro consiste non solamente nella lettura dei manoscritti e nel sollecitare l’editore affinchè decida di pubblicarli, ma anche nella ricerca di scrittori nuovi da inserire nel mercato librario, cercandoli in vari luoghi dedicati alle pubblicazioni scritte (anche informali).
Oltre a questo, i curatori devono soprattutto tenere vivo il legame con i vari autori attraverso contatti frequenti o costanti, per sincerarsi che stiano lavorando secondo le direttive fornite dall’editore, controllare i testi in itinere ed eventualmente modificarne i contenuti (mentre alla correzione dei refusi veri e propri penseranno i correttori di bozze) e sottolinearne i difetti. All’autore viene infatti richiesto di conformarsi alla volontà generale della propria casa editrice, che dovrà pubblicarne l’opera in forma definitiva; gli standard richiesti possono essere dettati (e spesso lo sono) dalle esigenze formali e contenutistiche della collana in cui l’opera verrà inserita, per esempio.
Il revisore del testo si differenzia dal curatore editoriale per diverse mansioni professionali, nel mondo editoriale moderno; egli si occupa infatti di modificare i testi autoriali (andando a rivedere dialoghi, descrizioni dei personaggi, trama e via dicendo) al fine di migliorarne la struttura. Un revisore di testi svolge quindi un compito che viene definito in gergo normazione editoriale, che consiste sostanzialmente nel fornire appoggio agli autori al fine di conferire coerenza e struttura ai loro testi.
Redazioni giornalistiche
In quest’ambiente a controllare e verificare il contenuto delle pubblicazioni è il curatore editoriale, che deve sincerarsi della conformità agli standard di qualità e del fatto che vengano rispettati i princìpi politici e ideali dell’editore. Questo compito viene svolto invece, nell’ambito dei maggiori quotidiani, sia dal direttore che dal caporedattore; quest’ultimo segue una particolare sezione del giornale (sia essa la pagina economica, quella culturale, ecc.…) oppure una redazione con sede distaccata del giornale stesso.
Redazioni editoriali
Il loro compito all’interno delle dinamiche editoriali è quello di realizzare la parte testuale, ovvero di: revisionare i testi, leggere i prodotti della redazione, strutturare le varie sezioni, redigere titoli e indici, verificare l’operato dei correttori di bozze e la collazione, confrontare il risultato finale con il testo revisionato dall’autore e infine controllare (prima che vada definitivamente in stampa) la copia cianografica. E’ il direttore editoriale a controllare e dirigere il lavoro dei curatori, attraverso la supervisione diretta delle varie fasi in cui si articola la creazione della parte testuale (correzione di bozze, redazione, verifica del livello qualitativo). Il direttore editoriale è spesso coadiuvato dal direttore artistico, che si occupa invece degli aspetti visivi del lavoro.